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  • Quattro chiacchiere sulle punte con Paola Vismara

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    Siamo andati alla scoperta di qualche particolare sulle scarpe da punta, simbolo per eccellenza delle ballerine e della loro leggerezza eterea. Abbiamo quindi rivolto qualche domanda a Paola Vismara, ex allieva oggi docente della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala.

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    A: Quando è il momento giusto per indossare le punte: è questione puramente fisiologica o tecnica?

    Prima degli 11-12 anni non è consigliato iniziare e una scuola seria non lo fa, anche se ultimamente si sta abbassando l’età perché ora ci sono tanti corsi di propedeutica e in ogni caso perché le bambine iniziano a danzare molto presto – i genitori ci scrivono anche quando hanno solo 3 anni!

    Io comunque sono contraria a iniziare troppo presto: il piede è in crescita e non è ancora strutturato. E non è solo questione di piedi, ma di tutta l’articolazione delle anche e delle gambe. E poi non tutti i piedi sono idonei, e questa è una delle caratteristiche di cui teniamo conto in selezione.

    È così, non tutti i piedi sono fatti per le punte ed è meglio aspettare che si fortifichi l’articolazione; bisogna anche impostare prima la tecnica. In Scuola di Ballo facciamo fare esercizi basilari fin dal primo corso (11 anni), per lavorare nei giusti tempi e nel modo corretto. Si tratta di esercizi alla sbarra, che dona sostegno e aiuta le ballerine. Tutto parte dalla tecnica delle mezze punte comunque. Queste ai miei tempi erano di pelle, ora sono soffici, in tela, e la soletta interrotta è effettivamente più leggera e permette più morbidezza.

     

     

    A: Se una possiede i “giusti piedi”, arriverà certamente a padroneggiare la tecnica delle punte?

    Niente è certo: mentre ci si prepara per diventare ballerine professioniste, si cresce e il corpo cambia. Possiamo avere ragazze dal piede bellissimo, che poi con lo sviluppo manifestano altri problemi che rendono difficile questo lavoro. Oppure avere in corso ballerine dal piede meno “bello” – dal nostro punto di vista – ma molto forti tecnicamente. Ci sono naturalmente dei canoni e ci sono delle aspettative in base al punto di partenza: ma quello che poi conta davvero sono soprattutto tenacia e talento.

     

    ballerina riscaldamento punte

     

    A: Le punte si scelgono a seconda del proprio piede o dell’uso?

    Le punte si scelgono in relazione al proprio piede – chi ha molto collo ha bisogno magari di una mascherina più alta o della soletta rinforzata, per esempio. Ma si scelgono anche in relazione al proprio ruolo; io me le facevo fare su misura, quando ballavo, e questa pratica è molto diffusa fra soliste e prime ballerine, meno magari fra le danzatrici del Corpo di Ballo. Le marche e i modelli a disposizione sono molti e l’importante, per una ragazza al suo primo paio, è sentire bene come calza il piede e non farsi consigliare solamente dai rivenditori, ma anche affidarsi agli insegnanti che sanno indirizzare verso ciò che è meglio in base alla propria anatomia.

     

    A: Le sue scarpe preferite?

    Erano le Freed, una marca largamente usata anche oggi in tutto il mondo. Mi piacciono soprattutto perché permettono un corretto lavoro dei piedi, indispensabile per ogni ballerina. Certo, si “smollano” facilmente e si arriva a cambiarne anche un paio a settimana e le punte costano parecchio, sono un vero investimento! Quindi in Scuola di Ballo non obblighiamo a comperare queste, le ragazze sono libere di scegliere fra le diverse marche sul mercato. Le nuove scarpe durano in effetti molto di più, però il lavoro non è lo stesso.

     

     

    A: Parliamo della preparazione delle punte

    Le ballerine devono saper cucire i nastri all’interno delle scarpette, e a volte anche saper aggiungere elastici per non far scappare il tallone. Altre volte, magari, si opera un piccolo ricamo in punta, per avere maggiore attrito. Tramando alle mie allieve questi piccoli trucchi e altri ancora: preparare le punte è un vero e proprio rito. In Corpo di Ballo si dedica molto tempo a questa operazione, usando diversi accorgimenti anche per ammorbidire la suola, ma le ragazze che ancora studiano tendono a tenere le scarpette più dure, perché non padroneggiano ancora la tecnica e le romperebbero subito se fossero troppo morbide.

     

     

    A: Qualche blog in rete racconta che anche i maschi si allenano in punta: è vero e accade anche qui in Accademia?

    Assicuro che i maschi non si allenano sulle punte! Certo, può occasionalmente arrivare la richiesta da parte di qualche coreografo; per esempio, in una produzione della Bella addormentata in cui ballavo quando ero a Berlino, si voleva che il personaggio di Carabosse fosse danzato da un uomo. Ma sono dei casi, eravamo all’inizio degli anni Novanta e si trattava di un esperimento. Esistono anche delle compagnie maschili, come Le Ballets Trockadero.

    Ma normalmente, i ballerini non si allenano sulle punte. In Scuola di Ballo non lo facciamo e devo dire che personalmente non amo vedere i ragazzini che scimmiottano le ragazze in punta.

     

     

    A: Due curiosità personali: le scarpette si lavano? E tutte le ballerine usano il salvapunta?

    So che le nuove scarpe vanno addirittura in lavatrice!

    Ovviamente si devono pulire, sì: consiglio con una pezza e dell’acqua calda o dell’alcool, oppure ancora con prodotti non schiumogeni – e ovviamente senza usare il sapone, in caso di pulitura ad acqua, perché renderebbe le scarpe scivolose se non fosse ben risciacquato. Usiamo poi il pancake, il fondotinta teatrale, che pulisce tutte le macchie opacizzando il raso. Questa operazione a volte è richiesta anche per uniformare i colori delle scarpette, che possono essere diversi da paio a paio; per esempio accade negli Atti bianchi, come in quello di Bayadère, dove certamente non è bello vedere una fila di scarpette diverse. A volte, invece, il coreografo chiede proprio il contrario, ossia che si veda il colore del raso – lo faceva Balachine, per esempio.

    Per quanto riguarda il salvapunta, invece, posso dire che l’ho sempre detestato e cerco di sconsigliarne l’uso anche alle mie allieve. Certo, aiuta facendo sfregare meno la punta dei piedi. Ma innanzitutto non è igienico quando non è realizzato in materiali naturali, e poi toglie sensibilità. Non si ha più la sensazione di indossare un guanto, per intenderci, e questo non è positivo per una danzatrice: l’aderenza è importante e le professioniste tagliano addirittura le calze, in punta, per avere maggior contatto. Spesso le allieve della Scuola usano il salvapunta e lo capisco, i loro piedi sono ancora giovani e teneri; ma io consiglio sempre di preferire dei cerotti di tela da mettere ad ogni dito e al massimo avvolgere le dita del piede con dello scottex.



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    Paola Vismara si diploma alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala nel 1988 e nello stesso anno entra a far parte del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala .
    Successivamente lavora con l’Aterballetto e al Teatro dell’Opera di Roma, sotto la guida di Elisabetta Terabust. Nel 1991 vince il Primo Premio al Concorso Internazionale di Danza Città di Rieti.Nel 1993 Peter Schaufuss la chiama alla Deutsche Opera Ballet Company di Berlino e le affida numerosi ruoli del repertorio classico e contemporaneo. Nel 1996 torna in Italia e, vincitrice di concorso, entra a far parte stabilmente della compagnia MaggioDanza, del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Interpreta i ruoli principali nei balletti del repertorio classico e lavora con i coreografi più importanti. Dal 2011 è docente di classico, punte e repertorio dalla Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala.

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    Accademia Teatro alla Scala, oggi presieduta da Giuseppe Vita e diretta da Luisa Vinci, è considerata fra le istituzioni più autorevoli per la formazione di tutte le figure professionali che operano nello spettacolo dal vivo: artistiche, tecniche e manageriali. La proposta didattica si articola in quattro dipartimenti (Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori, Management) per una trentina di corsi frequentati ogni anno da oltre 1.700 allievi.

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