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  • Hall of Fame: Aya Wakizono, dall’estremo Oriente alla conquista del mondo

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    Abbiamo incontrato, per la Hall of Fame, Aya Wakizono.

    Nata a Tokyo nel 1988, Aya si è laureata presso l’Università delle Arti di Tokyo ottenendo un Master in Opera Performance. Ha partecipato quindi alla masterclass di Mariella Devia a Tokyo nel 2011.

    Trasferitasi in Italia grazie ad una borsa di studio del governo giapponese, ha proseguito gli studi al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma.

    Ricordiamo che fino al 12 maggio 2021 è possibile iscriversi alle selezioni per cantanti lirici, un biennio gratuito di perfezionamento: non aspettare, clicca qui per i dettagli!

    aya wakizono mezzosopranoNell’ottobre 2014 Aya Wakizono viene ammessa all’Accademia Teatro alla Scala; durante gli studi, debutta al Piermarini, nel ruolo di Angelina in La Cenerentola per i bambini. Nello stesso periodo è anche Meg in Falstaff alla Royal Opera House di Muscat.

    “Sono nata e cresciuta a Tokyo, dove ho studiato canto grazie ai miei genitori che erano degli appassionati di teatro, ma di prosa. Ho sempre amato molto il teatro, il cinema e il musical. Sono cresciuta con i film di Julie Andrews e Barbara Streisand.

    Da piccola volevo diventare un medico, ma un giorno mi chiesi se invece la mia passione per il teatro non avrebbe potuto diventare la mia vera professione. Cantavo per passione e suonavo il pianoforte con un insegnante privato.

    Decisi che volevo diventare una cantante di musical e apprendere la tecnica vocale richiesta alle attrici di questo genere. Iniziai a prendere lezioni private; un giorno andai a vedere al Metropolitan Opera di New York La traviata, interpretata da Renée Fleming e mi innamorai perdutamente dell’opera lirica. La mia vita cambiò…

    Mi iscrissi all’Università delle Arti di Tokyo e proseguii poi con un Master di perfezionamento in Opera Performance. Nel 2011 ho avuto l’occasione di seguire una masterclass con il soprano Mariella Devia ed era la prima volta che sentivo una “voce lirica italiana”. Mi innamorai della lingua italiana e del suo repertorio operistico, tanto che decisi di trasferirmi nel Bel Paese.

    Ottenni una borsa di studio dal governo giapponese ed entrai al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma, dove studiai per un anno. Nel 2014, poi, entrai come allieva effettiva dell’Accademia Rossiniana.

    Un giorno, una mia amica pianista giapponese mi informò che ci sarebbe stata un’audizione per l’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala e che gli allievi avrebbero poi avuto l’occasione di lavorare presso il Teatro milanese – erano annunciate in particolare le produzioni di La Cenerentola e de Il barbiere di Siviglia  nell’allestimento di Jean-Pierre Ponnelle.

    Mi presentai quindi alle selezioni e per mia somma gioia le superai. Ricordo che in commissione mi trovai di fronte a Luciana D’Intino, che conoscevo per la sua grande fama. Nella prima fase delle selezioni cantai “Una voce poco fa”, da Il barbiere di Siviglia di Rossini. Passai alla fase successiva che si tenne presso il Teatro alla Scala e portai il rondò finale di Cenerentola.

    Era la seconda volta che entravo alla Scala. La prima era stata quando frequentavo l’università ed ero venuta come turista in Italia. Vidi il Macbeth.  Da quel giorno iniziai a sognare di potermi esibire anch’io su quel prestigioso palcoscenico – che avevo visto solo dal loggione.

    Poco prima che fossi ammessa in Accademia, mi venne data l’opportunità di partecipare all’Opera Festival 2014 di Pesaro per Il viaggio a Reims nel ruolo della Marchesa Melibea e fu una bellissima esperienza.

    aya wakizono e pretty yende

    Devo tutto all’Accademia Teatro alla Scala e all’Accademia Rossiniana. Mi hanno permesso di farmi conoscere artisticamente e di poter apprendere dai docenti più prestigiosi del mondo.

    Ricordo ancora la prima volta che interpretai il ruolo di Rosina al Teatro alla Scala nello storico allestimento di Jean-Pierre Ponnelle. Ogni mezzosoprano sogna di lavorare a questa produzione! Era il 2015 e con noi nel ruolo di Figaro c’era il grande baritono Leo Nucci, mentre la parte di Basilio era affidata a un altro straordinario interprete come Ruggero Raimondi. Fu l’occasione non solo di poter lavorare al fianco di artisti riconosciuti a livello mondiale, ma anche di poter apprendere da loro delle lezioni di vita. Avevamo la possibilità di vivere ogni giorno accanto ai nostri “idoli” di sempre.

    Quando entri in Accademia poi, ti viene concesso di assistere a tutte le rappresentazioni del Teatro alla Scala,  non solo le produzioni d’opera ma anche spettacoli di balletto e concerti sinfonici – una meravigliosa opportunità.

    Vivevo praticamente in teatro! Finivo le lezioni in Accademia verso le cinque del pomeriggio, correvo subito in Teatro a cenare in mensa e poi entravo in sala per assistere alla serata in programma. E non finiva lì, perché subito dopo mi fermavo in qualche sala a studiare per il giorno dopo. Questo mi ha permesso di conoscere tutti gli operatori che lavorano per far funzionare questa incredibile macchina: dalla signora che serviva in mensa al ragazzo addetto alle pulizie, dai macchinisti agli attrezzisti al personale dell’amministrazione. Persone molto diverse tra di loro, ma tutti innamorati del luogo dove lavorano.

    Dietro le quinte di uno spettacolo si muovono davvero moltissime persone e quando i teatri sono stati costretti a chiudere, per via della pandemia, non ho potuto che ripensare a tutti coloro che avevo incontrato e che si ritrovavano improvvisamente senza il loro “luogo speciale”.

    Conclusa l’esperienza in Accademia, ho passato tre anni fitti di impegni e ricchi di successi personali, ho potuto studiare nuovi ruoli e approfondire il mio repertorio. Tante le occasioni per lavorare in produzioni importanti: Il barbiere di Siviglia a Bologna e a Firenze, Francesca da Rimini di Mercadante a Martina Franca, diretta da Fabio Luisi, un concerto con Pretty Yende al ROF,  La pietra del paragone al ROF ed a Cagliari,  I Capuleti e i Montecchi a Verona, ed esperienze in molti altri teatri – devo molto al mio agente, Saverio Clemente di In-Art.

    Non sono stata ferma neppure nei primi mesi di questo strano 2021, cantando ne Le nozze di Figaro nella mia città natale, Tokyo, e per un concerto al Théâtre des Champs-Élysées. Continuo quindi a coltivare il mio sogno di vivere grazie alla musica! 

    In Accademia, poi, ho trovato anche l’amore, il clarinettista Ettore Biagi – ma questa è un’altra storia…


    Foto header: Aya Wakizono in costume firmato Dior ne La pietra del paragone, per la regia di Pierluigi Pizzi – 2017  foto (c) Amati Bacciardi
    Foto finale: Aya Wakizono con Pretty Yende, 2016 foto (c) Amati Bacciardi
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    Accademia Teatro alla Scala, oggi presieduta da Giuseppe Vita e diretta da Luisa Vinci, è considerata fra le istituzioni più autorevoli per la formazione di tutte le figure professionali che operano nello spettacolo dal vivo: artistiche, tecniche e manageriali. La proposta didattica si articola in quattro dipartimenti (Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori, Management) per una trentina di corsi frequentati ogni anno da oltre 1.700 allievi.

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