“Appena iniziai a frequentare il liceo artistico capii subito che il mondo delle arti visive mi avrebbe appassionato per tutta la vita. La mia vera fortuna è stata quella di incontrare dei professori che mi hanno sempre stimolato a far di più, ad innamorarmi del mondo dell’arte: del disegno, in particolare. Sono molto legato al mio professore di Visiva, infatti, che mi ha introdotto non solo al mondo del disegno e della pittura tradizionale, ma anche ai nuovi strumenti del digitale”.
Federico Montesano – il nuovo protagonista della rubrica dedicata agli ex allievi – nasce a Monza il 10 ottobre 1990. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico presso la Congregazione delle Suore del Preziosissimo Sangue della sua città, si laurea con lode in “Scenografia” e si specializza con lode in “Scenografia per il teatro” presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Nel 2017 viene ammesso al Corso di scenografia teatrale dell’Accademia.
“Dopo il diploma, decisi di iscrivermi all’Accademia di Belle Arti di Brera. Si è trattato di un periodo in cui ho avuto modo di crescere molto, grazie anche al supporto dei miei docenti; in particolare mi piace ricordare la professoressa Falco del corso di anatomia artistica, il professor Mariani del corso di scenografia e Angelo Lodi e Angelo Linzalata, che ho poi ritrovato all’Accademia del Teatro alla Scala. Questi professionisti hanno fortemente inciso sulla mia formazione e hanno infiammato la mia passione per questo settore.
Al termine del triennio a Brera avrei voluto partecipare subito alle selezioni del corso scaligero, ma si tratta di un percorso biennale le cui selezioni si tengono ad anni alterni – ed erano chiuse, in quel momento. Ho deciso quindi di proseguire a Brera, con il corso di Scenografia per il teatro”.
“Nel 2017 mi sono quindi laureato e finalmente ho potuto prendere parte alle selezioni dell’Accademia Teatro alla Scala. La mia scelta era dettata da un obiettivo ben preciso: volevo mettere in pratica quello che avevo approfondito solo a livello teorico a Brera. Il test di ingresso era composto da tre prove, che consistevano in un elaborato su tema pre-assegnato, un disegno dal vivo e un colloquio con i docenti, in cui si poteva anche presentare il proprio portfolio. Ricordo ancor oggi il mio primo giorno di corso: ci portarono ai Laboratori “Ansaldo” del Teatro alla Scala, dove si realizzano gli allestimenti scenici per gli spettacoli, uno spazio immenso e pieno di luce. Vedere quelle scenografie gigantesche e potervi camminare intorno è stato davvero emozionante.
Non era la prima volta, in realtà, che facevo visita ai laboratori; ci ero stato anche negli anni del liceo. Quella fu la prima volta che sentii parlare dell’Accademia del Teatro alla Scala”.
Il periodo scaligero è stato davvero speciale, soprattutto per le tante opportunità che ne derivarono. Nel 2019, al secondo anno, lavorai alla realizzazione delle scenografie dell’opera “Elisir d’amore per i bambini”, in scena al Teatro alla Scala per la regia di Grischa Asagaroff, con scene e costumi di Luigi Perego. Mi occupai in particolare della realizzazione di un tram di scena; ricordo le manine dei bambini che sporgevano dai palchi – io li vedevo dalla platea – e un bambino che mi disse “il tram sembra vero”! Fu bellissimo, il ricordo più emozionante.
Nello stesso anno ho partecipato anche alle realizzazioni sceniche per l’ottava edizione della “Prima Diffusa”, la manifestazione promossa dal Comune di Milano e da Edison per coinvolgere tutta la cittadinanza e che ruota attorno alla Prima della Scala – quell’anno Attila. Il capolavoro di Verdi è stato affidato alla direzione di Riccardo Chailly e la regia firmata da Davide Livermore; le scene erano di Giò Forma, con video di d-Wok e costumi di Gianluca Falaschi; in quell’occasione, io studiai e proposi un’elaborazione per il costume di Attila”.
Concluse le lezioni in Accademia, mi fu offerta la possibilità di sostenere uno stage presso il Teatro Lirico di Cagliari, come aiuto scenografo e luci. Presi parte quindi ai progetti scenici per l’allestimento di Macbeth, lavorando con un team fantastico: il regista Daniele Abbado con Boris Stetka, Angelo Linzalata come lighting designer, la costumista Carla Teti… un’esperienza che mi ha arricchito molto.
Chiuso anche questo capitolo, sono stato chiamato dallo Studio Chiara Dynys, in qualità di progettista esecutivo e consulente realizzazioni, e come scenografo realizzatore per l’Elisir d’amore, in scena al Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla”.
Nel 2020, Federico si è ammalato di Covid, ma fortunatamente è guarito ed è tornato al lavoro con l’entusiasmo di sempre e segue la progettazione e la realizzazione di un’istallazione per la mostra-evento di Marco Pessa “Floral-couture design”, allestita presso la +galleria Geico Taiki-Sha. Collabora, inoltre, con uno studio di architettura.
“Ai futuri allievi dico: fatelo, ma fatelo bene. È il mestiere più bello del mondo, ma anche molto difficile”.