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  • Uno alla volta, per carità: Davide Park

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    Siamo sempre più vicini al 15 ottobre, giorno del Concerto Istituzionale al Teatro alla Scala, dove i nostri solisti dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici riceveranno il Diploma dal Sovrintendente del Teatro, Dominique Meyer. Nella serie “Uno alla volta, per carità!” presentiamo gli 11 allievi che domenica calcheranno il palcoscenico.

     

    Un’intervista e un video al giorno, da qui alla sera del concerto, per raccontarvi le storie dei giovani allievi anche attraverso le loro interpretazioni.

    Davide Park accompagna il suo racconto con “Non esser, Anna mia, mesta sì tanto” da Le Villi :

     

    https://youtu.be/6ujiFTpuOi8

     

     

    Partiamo dal principio: com’è stato il tuo primo approccio all’Opera? Raccontaci come hai vissuto questa passione per il canto e le esperienze che ti hanno portata a decidere di venire a Milano per studiare quest’arte.

    Ricordo di cantare da praticamente tutta la vita. Quando ero un bambino, amavo cantare il pop e avevo perfino un piccolo gruppo con dei miei amici. Solo quando ho inziato a crescere un po’, a 18 anni, sono entrato in un coro e lì ho conosciuto per la prima volta la musica classica. Per me era così naturale e interessante che decisi di studiare canto lirico a livello professionale. Dopo essermi laureato in Corea, ero intenzionato ad andare in Italia e iniziai a studiare la lingua. Arrivai a Parma e cominciai una nuova vita. Sono sempre rimasto in Italia da allora, ad eccezione di una parentesi a Parigi per studiare il repertorio francese. Era stata una bellissima esperienza ma poi decisi di tornare in Italia, questa volta a Milano, per provare a entrare nell’Accademia della Scala.

     

    Ci parli degli anni trascorsi in Accademia?

    Dopo l’audizione non ero certo di essere riuscito ad entrare, ma quando il Sovrintendente ha chiamato il mio nome per me è iniziato qualcosa che non mi sarei mai sognato. Durante gli anni in Accademia ho avuto tantissime esperienze che mi hanno portato ogni giorno di più a essere un professionista. Le emozioni erano tante ed erano tante anche le cose belle, ugualmente quelle brutte. Passavo da momenti feici e pieni di risate a momenti tristi e di rabbia. Ma devo dire che i miei colleghi e lo staff mi sono sempre stati vicini dandomi coraggio e consigli. Per la tecnica, la Sig.ra D’Intino è stata incredibile: mi ha sempre detto la verità, anche se era tosta da digerire. Non criticava, ma ci aiutava, dandoci sempre degli input e cose su cui riflettere per migliorare per andare avanti.

     

     

    Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato ad oggi?

    Penso che sarà il concerto del 15 ottobre. Finalmente torno alla scala dopo qualche mese di dolore alla voce, e torno con un grande evento per tutti noi molto significativo. Attualmente è sicuramente la sfida più grande che devo affrontare.

     

    La carriera di un cantante lirico può essere tanto meravigliosa quanto impegnativa e sfidante. Ci possono essere pressioni, aspettative, rischi ma anche emozioni e soddisfazioni incredibili. Inoltre, nel tuo lavoro interpreti diversi ruoli che ti portano a vivere viaggi emotivi intensi: nel lavoro di interpretazione del personaggio senti le sue emozioni, i suoi pensieri, la sua tristezza e la sua gioia. È una esperienza che può essere molto profonda. In generale, questo lavoro è percepito da molti come molto affascinante ma anche molto complesso. Cosa ne pensi? Come gestisci gli aspetti più impegnativi di questa carriera?

    È una bellissima domanda e si potrebbero dire moltissime cose. Quella che mi viene in mente e che vorrei dire è solo una però: la cosa più bella di questo lavoro sono le persone, sono i miei compagni. Saremo amici per tutta la vita e so che per fare questa carriera non si può essere soli.

     

     

    Quanto è stato importante il sostegno dei donors durante questo percorso? Che cosa ha significato per te?

    Vorrei davvero ringraziarli, senza supporto esterno i musicisti non possono andare avanti. Specialmente per gli stranieri, perché ci si ritrova in un paese nuovo dove tutto è disorientante, perfino la cosa più semplice. Con il supporto dei donors ho potuto studiare senza preoccupazioni e più motivato.


    Si ringraziano tutti i sostenitori dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici

     

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    Accademia Teatro alla Scala, oggi presieduta da Giuseppe Vita e diretta da Luisa Vinci, è considerata fra le istituzioni più autorevoli per la formazione di tutte le figure professionali che operano nello spettacolo dal vivo: artistiche, tecniche e manageriali. La proposta didattica si articola in quattro dipartimenti (Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori, Management) per una trentina di corsi frequentati ogni anno da oltre 1.700 allievi.

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