Conto alla rovescia per il Concerto istituzionale, che si terrà domenica 15 ottobre 023 l Teatro alla Scala.
Proseguiamo col raccontarvi le storie dei solisti dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici, per la serie “Uno alla volta, per carità!”: Aleksandrina Mihaylova risponde alle nostre domande e ci lascia la sua interpretazione di “Nedda! Silvio, a quest’ora” da Pagliacci, tratto dal Concerto Istituzionale 2022.
Partiamo dal principio: com’è stato il tuo primo approccio all’Opera? Raccontaci come hai vissuto questa passione per il canto e le esperienze che ti hanno portata a decidere di venire a Milano per studiare quest’arte.
Il mio primo incontro con l’opera è avvenuto poco prima di entrare al liceo, quando la mia insegnante di pianoforte mi ha suggerito di provare un corso di canto lirico. Da lì ho iniziato a formarmi e avere sempre più padronanza della mia voce, gradualmente, partecipando a concorsi in Bulgaria, il mio paese. Alcune personalità del mondo della musica hanno iniziato a notare la mia voce; la più importante, al tempo, è stata la signora Kabaivanska: era venuta nella capitale, Sofia, per una masterclass e mi ha offerto l’opportunità di studiare con lei in Italia, a Modena. Un’incredibile opportunità per la quale mi sono preparata per un anno intero. Avevo finito gli studi alle scuole superiori, imparato un po’ di italiano e lavorato molto sulla mia voce. Sono dunque partita per l’Italia per studiare e sono rimasta per 4 anni, capendo davvero cosa sia l’opera. In Bulgaria non c’è una conoscenza così profonda della lirica, ma avevo molta passione e il coraggio di mettermi alla prova.
Dopo Modena, mi hanno suggerito di provare a entrare all’Accademia Teatro alla Scala. Inizialmente ho rifiutato, pensavo di non essere ancora al livello richiesto, ma alla fine ho presentato la mia candidatura proprio il penultimo giorno di iscrizione. La fortuna è stata dalla mia parte e ora sto per completare questa incredibile esperienza dopo due anni di grande crescita professionale.
Ci parli degli anni trascorsi in Accademia?
Durante questi due anni in Accademia ho avuto l’opportunità di lavorare con grandi artisti e insegnanti come Luciana D’Intino, Vincenzo Scalera, Barbara Frittoli, Pietro Spagnoli e molti altri, dai quali ho imparato moltissimo.
Ho capito cosa significhi essere sul palcoscenico debuttando in diverse produzioni come Il matrimonio segreto di Cimarosa al Teatro alla Scala, Chiara e Serafina di Donizetti, un titolo poco conosciuto che abbiamo presentato al festival Donizetti di Bergamo, e tutte le meravigliose rappresentazioni de “Il Piccolo Principe“, un’opera per bambini che ci ha fatto vivere un viaggio meraviglioso fra le lezioni di vita che Exupéry ci ha lasciato con il suo racconto più famoso. Ad ogni prova si faceva anche più stretto il legame di amicizia con i miei colleghi. Amicizie che, secondo me, dureranno per sempre.
Anche se questo percorso è stato difficile, a volte pesante, anche se ho versato tante lacrime, se dovessi tornare indietro e decidere quale strada prendere rifarei la stessa scelta, senza pentirmene. Sono fiera di aver fatto questa esperienza e grata di aver avuto questa opportunità.
Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato ad oggi?
La sfida più grande con cui mi sono misurata è proprio crescere in questi due anni vivendo a Milano e diventare autonoma e indipendente come artista e come donna, imparando a sfidare me stessa e le difficoltà che la vita mi presenta. Devo dire che questi due anni non sono stati affatto facili, anzi, sono stati pieni di difficoltà lavorative, stress, paure, delusioni, mancanze che credo mi abbiano cambiato drasticamente, sono cresciuta da tutti i punti di vista.
Sono molto grata agli amici che ho in Accademia, che mi hanno supportato e che sono stati al mio fianco in ogni difficoltà, sempre disponibili per un consiglio ma anche per una pausa caffè o un aperitivo e tante risate. Spero di essere riuscita a ricambiare il loro affetto, ho cercato di essere sempre presente come amica nei momenti felici e soprattutto in quelli difficili.
La carriera di un cantante lirico può essere tanto meravigliosa quanto impegnativa e sfidante. Ci possono essere pressioni, aspettative, rischi ma anche emozioni e soddisfazioni incredibili. Inoltre, nel tuo lavoro interpreti diversi ruoli che ti portano a vivere viaggi emotivi intensi: nel lavoro di interpretazione del personaggio senti le sue emozioni, i suoi pensieri, la sua tristezza e la sua gioia. È una esperienza che può essere molto profonda. In generale, questo lavoro è percepito da molti come molto affascinante ma anche molto complesso. Cosa ne pensi? Come gestisci gli aspetti più impegnativi di questa carriera?
Il canto è la mia strada, e per quanto sia piena di difficoltà e pressioni è una strada percorsa in compagnia di tante persone, con le quali condividi qualsiasi preoccupazione e dubbio. E come magia, diventa tutto più semplice quando hai qualcuno vicino.
Oltre a questo, va sicuramente gestita la propria carriera con consapevolezza, sapendo affrontare e superare i propri difetti e limiti con coraggio. Quando penso che volevo fare la cantante e che ho avuto la straordinaria possibilità di realizzare questo sogno, capisco che devo impegnarmi il più possibile per trarre il meglio da questa vita.
Ringrazio di cuore l’Accademia per avermi aiutato a trovare la mia strada!
Si ringraziano tutti i sostenitori dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici