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Hall of Fame: Alessandra Testoni, ex allieva del Master in Management

02 Maggio 2023

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Il cuore del Dipartimento Management dell'Accademia Teatro alla Scala è rappresentato dal Master in performing arts management, un percorso realizzato in partnership con POLIMI-GSoM.

Per la Hall of Fame abbiamo chiesto all'ex allieva Alessandra Testoni, oggi impegnata nell'Ufficio Comunicazione del Teatro Grande di Brescia, di raccontarci la sua esperienza.

 

Alessandra, ti chiediamo di ricordare con noi il tuo primo approccio al teatro musicale e come sei arrivata a decidere di iscriverti al Master in performing arts management dell’Accademia.

La decisione di iscrivermi a questo Master è stata il frutto di un flusso di pensieri in continua evoluzione, fattosi largo per la prima volta nella mia vita durante gli anni in cui studiavo recitazione. Oltre a essere laureata in Lingue ho un diploma di attrice, dunque di fatto nasco come cultrice del teatro di prosa. Per questo sono sempre stata in un certo senso un’outsider: al teatro musicale mi sono avvicinata “in corsa” grazie alle lezioni in Accademia e oggi grazie al contatto con la realtà in cui lavoro.

Nonostante ciò, però, al di là del tipo di teatro prediletto, durante gli anni in cui frequentavo diverse realtà teatrali da aspirante protagonista sentivo la mancanza di qualcosa di molto forte: stava emergendo in me sempre di più l’idea di contribuire a “tenere in piedi il mondo delle arti performative”, perché un conto è pensare di farne parte stando sul palco, ma l’incredibile macchina che quel palco lo regge e che fa in modo che il sipario ogni sera si apra è divenuta in età adulta per me molto più interessante del resto.

Non è stato difficile far ricadere la scelta sul Master in Performing Arts Management: desideravo orientarmi su un corso di Master poiché sentivo la necessità di un trampolino tra il mondo dello studio, che già ben conoscevo, e quello concreto del lavoro, di cui ancora non avevo esperienza, e contavo su un’istituzione che avesse il giusto mix di prestigio, contemporaneità e – inutile nasconderlo – la più alta percentuale di impiegati nel settore delle arti performative dopo il diploma.

 

Il Master permette l’accesso a ragazzi di tutto il mondo e provenienti da contesti completamente diversi.

Come ti sei trovata con la tua classe? Ci racconti il ricordo più bello che hai del percorso di studi?

La classe di MPAM6 era un insieme molto, molto eterogeneo di partecipanti. Non solo a livello di provenienza ma anche di età, e di conseguenza di esperienza. Forse questo elemento è stato quello che ha contribuito di più a rendere l’ambiente della mia classe così stimolante: eravamo persone molto diverse, con background a volte anche totalmente contrapposti, meglio di così non poteva andare. La mia parte preferita era quando ci si trovava per lavorare ai progetti di gruppo: il bello è che ciascun team aveva la propria modalità di approccio al lavoro, e con molti dei miei gruppi la prassi comune è stata spesso quella di organizzare cene a casa di uno di noi e lavorare così. Con risultati sempre ottimi, tra l’altro.

 

Nella tua opinione il Master ti ha dato un diverso mindset, stimoli, opportunità?

Se sono dove sono è grazie al Master, oltre che alla voglia di rimboccarmi le maniche.

L’esperienza del tirocinio curricolare mi ha permesso di formarmi nell’ambito in cui ora lavoro, in modo attivo e per scelta mia. È stato un processo naturale: durante le lezioni in Accademia ho capito quale fosse il contesto più adatto in cui muovermi, quali fossero i miei interessi lavorativi e anche quali i professionisti con cui mi sarebbe piaciuto lavorare. Ho avuto la fortuna di poter fare uno stage piuttosto lungo al Piccolo Teatro di Milano, istituzione a cui ho sempre guardato con grande ammirazione, dove ho imparato moltissimo. Se non fossi stata lì, e ovviamente non mi fossi mossa continuando a cercare, di fatto, un lavoro (consiglio essenziale: mandare sempre il proprio curriculum ad una realtà lavorativa che interessa, anche senza posizioni aperte!) non avrei mai ricevuto la telefonata che mi ha portata al Teatro Grande di Brescia.

 

Il Teatro Grande di Brescia, la tua città. Raccontaci nel dettaglio come sei arrivata a questo traguardo.

Sono arrivata nell’Ufficio Comunicazione del Teatro Grande grazie alle competenze sviluppate durante il tirocinio al Piccolo Teatro. Ho conosciuto molte, molte persone in quei mesi. Lavorando con la responsabile degli eventi collaterali lato comunicazione e con il Direttore marketing ho anche avuto occasione di spostarmi dal Piccolo e conoscere realtà teatrali differenti, come la Triennale di Milano o il Teatro Regio di Parma. Al di là di questo, però, più concretamente, mentre ero ancora in stage ho fatto application per varie posizioni aperte trovate in quei mesi.

Una di queste era per un’istituzione milanese, il cui colloquio è andato bene ma la scelta è ricaduta su un altro candidato. Poco dopo ho ricevuto una telefonata ed eccomi qua, tra l’altro oggi (2 maggio) è esattamente un anno che lavoro qui!

 

Per concludere, che consiglio daresti ai ragazzi che stanno mandando le proprie candidature per la prossima edizione del Master per affrontare al meglio l’esperienza?

Siate molto sinceri nelle vostre domande di ingresso, presentatevi per come siete. Mettetevi sempre in gioco e cercate di trarre il massimo anche dagli esperti con cui avrete la possibilità di confrontarvi, facendo domande e facendovi riconoscere. Il Master vi darà tantissimo, vi darà la possibilità di incontrare persone che lavorano già nel settore da anni, di capire cosa più vi piace, di imparare in modo attivo, di incontrare persone che vi arricchiranno moltissimo anche dal punto di vista umano. Io grazie al Master ho trovato un lavoro poco dopo averlo frequentato, ma ho trovato anche amiche che tutt’ora mi tengo strettissime.

 

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