L'estate è alle porte, ma giugno è uno dei mesi più intensi per l'Accademia: culmina con il tanto atteso Concerto Istituzionale, che impegna regolarmente - oltre ai complessi artistici - anche il Corso di tecnologia del suono.
Per entrare nell'atmosfera abbiamo incontrato Mirco Soldani, ex allievo, che si è raccontato per la Hall of Fame.
Mirco, cosa ti lega alla musica e da dove nasce l’idea di iscriverti in Accademia?
La musica ha sempre accompagnato la mia vita, fin da quando ero bambino. Non si è mai trattato solo di ascoltarla: a colpirmi erano anche tutti quei meccanismi invisibili che le ruotano intorno. La magia che avviene dietro le quinte, il mondo del live, il lavoro degli operatori e dei tecnici che trasformano un'idea in un’esperienza vera e propria. Mi affascinava la potenza del suono, non solo come forma espressiva artistica, ma anche come veicolo narrativo: la musica è in grado di trasmettere emozioni profonde, di evocare immagini, di raccontare storie anche senza parole. Lo stesso vale per il suono nei media, nel cinema, nella pubblicità - un universo che parla attraverso sfumature acustiche, dettagli, intenzioni sonore spesso impercettibili ma fondamentali.
Proprio da questa fascinazione è nata in me l’esigenza di trasformare la passione in una professione concreta, strutturata, basata non solo sull’istinto e la creatività, ma anche su solide competenze tecniche e artistiche. Dopo aver conseguito una laurea triennale in Informatica Musicale, un percorso che mi ha dato una base teorica forte sul suono e i suoi principi, sentivo il bisogno di affiancare a quel bagaglio una formazione pratica, esperienziale, più vicina al mondo del lavoro.
È stato così che ho scelto di iscrivermi al Corso di Tecnologia del Suono, convinto che potesse offrirmi proprio quel ponte tra teoria e pratica che stavo cercando.
Dove hai sostenuto lo stage? Ci racconti questa esperienza?
Ho avuto la fortuna di svolgere il mio stage formativo presso Disc to Disc Productions, una casa di produzione specializzata nel settore dell’advertising. Fin dal primo giorno mi sono trovato immerso in un ambiente estremamente professionale, dinamico e stimolante, dove ogni progetto veniva affrontato con grande rigore tecnico e attenzione ai dettagli. Ho potuto confrontarmi con produzioni reali, sperimentare ritmi serrati e comprendere cosa significhi lavorare con standard qualitativi elevati. Questa esperienza è stata per me un punto di svolta. Mi ha permesso non solo di mettere in pratica le competenze acquisite durante il percorso accademico, ma soprattutto di capire quale fosse la mia direzione.
È stato proprio lì che ho realizzato con chiarezza quanto mi appassionasse il mondo della post-produzione audio: un ambito che, pur essendo molto diverso da quello musicale da cui provengo, mi ha conquistato per il suo linguaggio, la sua precisione e il ruolo fondamentale che il suono ha nella costruzione dell’identità di un contenuto visivo o narrativo. Posso dire che grazie a questo stage ho trovato la mia strada, e ho iniziato a costruire con consapevolezza il mio futuro professionale nel mondo dell’audio per i media.
E dopo l’Accademia?
Dopo il diploma ho scelto di proseguire il mio percorso proprio dove avevo svolto lo stage, continuando il tirocinio presso Disc To Disc Productions. Inizialmente ho affiancato i fonici più esperti, osservando da vicino il loro metodo di lavoro, imparando a leggere le esigenze di ogni progetto e a gestire le diverse fasi della post-produzione con precisione e attenzione ai dettagli. Questo periodo di affiancamento è stato fondamentale per consolidare le mie competenze tecniche e sviluppare sicurezza operativa.
Col tempo, mi è stata data la possibilità di lavorare in autonomia su produzioni importanti. Una delle esperienze più significative è stata la gestione completa del doppiaggio per il videogioco ufficiale di Formula 1 2025: dalla creazione delle sessioni di registrazione, alle incisioni, fino al lavoro di editing e alla consegna finale del materiale. È stato un incarico impegnativo e stimolante, che mi ha permesso di mettere in campo tutto ciò che avevo appreso, affrontando anche le sfide tipiche di una produzione di quel livello.
Oltre a questo, ho registrato, mixato e fatto sound design di pubblicità andate in onda sia in televisione che in radio, entrando in contatto diretto con il ritmo veloce e la cura del dettaglio che caratterizzano il mondo dell’advertising. Parallelamente, ho continuato ad approfondire e coltivare la mia passione per la tecnologia applicata all’audio, specializzandomi in particolare nello speech synthesis basato su intelligenza artificiale.
È solo l’inizio, ma credo possa rappresentare una svolta decisiva per il futuro del settore. Per me, è anche l’occasione concreta per unire le mie due anime — quella tecnica e quella creativa — e costruire un profilo professionale da fonico/programmatore, capace di muoversi con agilità tra suono, codice e innovazione.
Qual è secondo te la parte più complessa di questo lavoro?
Saper leggere tra le righe, anticipare le esigenze del cliente, trovare soluzioni efficaci anche sotto pressione: tutto questo va ben oltre la semplice padronanza tecnica. Richiede intelligenza emotiva, capacità di ascolto, sensibilità e una buona dose di esperienza sul campo. Nella post-produzione audio, uno degli aspetti più delicati, ma anche più determinanti, è la comunicazione. Saper lavorare in squadra, instaurare un dialogo costruttivo con creativi e professionisti, è fondamentale per raggiungere un risultato che funzioni davvero, non solo a livello tecnico, ma anche espressivo ed emozionale.
Durante le sessioni di registrazione, ad esempio, il fonico ha anche un ruolo umano: deve saper creare un clima sereno, mettere a proprio agio le persone dietro al microfono, trasmettere tranquillità anche quando i tempi sono stretti o la pressione è alta. Spesso non si tratta solo di “registrare bene”, ma di saper gestire le persone e le dinamiche di uno studio, mantenendo sempre alta la qualità e il focus sul prodotto finale.
Questi aspetti, a volte meno visibili dall’esterno, sono in realtà il cuore del mestiere, e fanno la differenza tra un lavoro semplicemente corretto e un lavoro davvero riuscito.
Che peso musicale ha un fonico all’interno di un progetto? Credi che le scelte di un fonico possano influenzare in modo determinante la riuscita di un prodotto discografico?
Nel mondo discografico il fonico può incidere moltissimo sul risultato finale: il modo in cui viene trattato il suono può esaltare o penalizzare completamente un brano, così come può esserlo nell’ambito della post-produzione audio per i media, dove il ruolo del fonico è altrettanto centrale, anche se meno evidente. In uno spot, spesso di pochi secondi, il suono deve essere perfettamente calibrato: la voce deve arrivare chiara, la musica deve sostenere il messaggio senza coprirlo, gli effetti devono essere precisi e coerenti con il tono della comunicazione.
Il fonico ha il compito di dare forma e impatto al messaggio sonoro, e anche piccoli dettagli fanno una grande differenza. Insomma, anche se non si parla di musica in senso stretto, le scelte del fonico in pubblicità possono determinare quanto uno spot sia efficace, emozionante, o semplicemente... convincente.
Vuoi lasciare un consiglio a tutti gli aspiranti allievi ed allieve del Corso di Tecnologia del suono?
Il mio consiglio è di non essere troppo severi con se stessi. Prendetevi il tempo per studiare, per ascoltare, per conoscere voi stessi e ciò che vi piace davvero. La musica è sicuramente una parte affascinante del mondo sonoro, ma il suono è molto di più: è cinema, pubblicità, videogiochi, installazioni, tecnologie emergenti… Ci sono tantissime realtà e possibilità che spesso non vengono considerate, magari solo perché non se ne conosce l’esistenza.
Per questo dico: restate curiosi, sperimentate, mettete le mani su tutto quello che potete. È così che si scopre davvero cosa ci appassiona, ed è lì che si costruisce il proprio percorso. Non c’è una strada unica, e non c’è un modo giusto: c’è il vostro. Quindi il mio invito è: sperimentate tutto, lasciatevi guidare dalla curiosità e cercate quello che davvero vi appassiona. È lì che troverete il vostro spazio.
Corso di tecnologia del suono
Il management per le performing arts
Collaboratrice alle scene