Placeholder content for this accordion, which is intended to demonstrate the .accordion-flush class. This is the third item's accordion body. Nothing more exciting happening here in terms of content, but just filling up the space to make it look, at least at first glance, a bit more representative of how this would look in a real-world application.
News ed eventi

Fra fotografia e multimedia con Federica Capo

28 Giugno 2024

Fotografare la danza

e583f54b6ef82492a7a2a80a8210dece_39240_federica_capo_image.jpg

Fra le novità 2024-25 dell'Accademia c'è la trasformazione in triennio del Corso di foto, video e new media, che diventerà quindi un percorso di diploma accademico. Qual è il fascino che esercita questo ambito e perché inserirsi nel mondo della fotografia e della multimedialità?

Ce lo racconta l'ex allieva Federica Capo, che ci ha parlato di sé per la Hall of Fame.

 

 

Federica, dove nasce la tua passione per la fotografia?

Il primo ricordo di me fotografa risale alla scuola elementare. La cosa mi fa alquanto riflettere: chi sa se da così piccoli siamo in grado di sceglierci degli hobby da praticare o semplicemente abbiamo delle esigenze e scopriamo solo crescendo quali strumenti sono funzionali per soddisfarle. 

Alle elementari ero solita fotografare durante le gite, poi prendevo le foto che pensavo più belle e ci partecipavo ai concorsi. Ne vinsi due, uno in seconda elementare e uno in seconda media. 

Riconosco, nella me bambina e in quella adulta, un sentimento di nostalgia. Fotografavo per conservare e lo faccio ancora.  Ad oggi so che ho sempre fotografato per conservare le mie emozioni, per poterle ricordare e rivivere. 

La mia passione per la fotografia di danza nasce, invece, dalla mia passione per la danza. 

Non so a che età la posso far risalire, ma alla mia prima lezione di danza ci sono andata a quattro anni. A otto, alla domanda: “Cosa vuoi fare da grande?”, io rispondevo: “La ballerina”. 

Sono cresciuta e ho studiato danza in maniera amatoriale e poco lineare, non essendo nata con un fisico adeguato, vivevo alti e bassi emotivi. Finché un bel giorno pensai che per arrivare in un posto non esiste mai una sola strada. Così ho unito queste mie due passioni. La fotografia mi ha portato, nel mondo della danza, più lontano di quanto avrebbe potuto fare la danza stessa. E quando lo scorso anno mi sono ritrovata a guardare la platea dell’Opéra de Paris da sopra al suo palcoscenico, ho pensato che ero sulla strada giusta. 

 

Come hai conosciuto l’Accademia e cosa ti ha spinta ad iscriverti al Corso di Foto, video e  new Media?

Cercavo compulsivamente sul web un corso che potesse aiutarmi a colmare delle lacune e che mi desse la possibilità di fotografare spettacoli.

È proprio questo che mi ha spinto ad iscrivermi. Per quanto l’Italia sia un’eccellenza dal punto di vista dell’arte e del teatro, non viene lasciato molto spazio ai giovani per fare esperienza. Ho trovato, attraverso questo corso, quelle possibilità che stavo cercando. 

 

E dopo l’Accademia? Hai ormai una presenza online molto importante e su piattaforme come Instagram crei contenuti eleganti, creativi, con uno stile molto efficace, creando engagement.

Pensi che oggi sia importante per un fotografo/videomaker saper utilizzare i social come vetrine e veri e propri portfolio per proporsi ai clienti?

L’Accademia mi ha permesso di generare una rete di contatti, finito il corso sono tornata a vivere a Napoli, però quella rete, un poco alla volta mi ha richiamato a lavorare a Milano. 

I social sono stati per me un trampolino di lancio. Sono stati la mia vetrina, soprattutto perché nel settore dove è finto per collocarsi il mio lavoro. La fascia d’età con cui sono solita lavorare è quella che più si muove su queste piattaforme. È stato un vero e proprio passaparola digitale e quindi si, li considero ancora un canale indispensabile. 

 

Nel mercato di oggi pensi sia più richiesto il linguaggio fotografico o video?

Io credo che per essere vendibili, ma soprattutto credibili, nel mercato contemporaneo bisogna essere quanto più veri possibile.

L’originalità di un lavoro dipende da quanto siamo in grado di metterci della nostra sensibilità, della nostra esperienza, e questo spesso lo facciamo al meglio con il mezzo con cui ci sentiamo più a nostro agio nel raccontare. 

Sicuramente un canale più ampio di visibilità al giorno d’oggi viene dato ai video, ma io personalmente ho iniziato a virare su questo tipo di contenuti solo quando con la fotografia mi sentivo stretta e limitata nel poter raccontare alcune emozioni. 

 

Hai degli artisti o colleghi che per te sono esempi e che ammiri?

Ammiro tutti i miei colleghi che in Italia ce l’hanno fatta a sfondare quel muro che si crea tra un professionista dell’immagine e il teatro lirico. Tutta la mia stima. 

Dal punto di vista dell’immagine, gli artisti che ammiro di più sono Karolina Kuras e Carlos Quezada. Ma ne potrei elencare milioni: i fotografi di NYC Project, il progetto Ballerina project. Lois Greenfield. Loro sono tra i pionieri della fotografia di danza. 

 

Il Corso di Foto, Video e New Media dell’Accademia si trasformerà in un Triennio universitario in “Multimedia per le Performing Arts” nel prossimo anno accademico 2024/25, dando così la possibilità agli allievi di formarsi a 360° sul mestiere di fotografo/a e videomaker per lo spettacolo.

Che consiglio daresti a tutti i ragazzi e le ragazze giovani che stanno per intraprendere questo percorso accademico per fare poi in futuro questo lavoro?

Quando ho partecipato al corso la durata era annuale. Quello che ricordo con più dispiacere è stata la sensazione di come il tempo sia trascorso in modo veloce senza che ce ne accorgessimo. I consigli che mi sento di dare: condividete. Quando studiavo in accademia ho imparato tantissimo dai docenti, ma ancora di più dai miei compagni. Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa e ancora lo fa. Ancora ci piace confrontarci o darci una mano quando ne abbiamo bisogno. Sbagliate. Esercitatevi, anche facendo errori, l’Accademia mette a disposizione tantissimi strumenti. Avevamo tanti progetti da portare a termine, ma ogni occasione era buona per iniziarne di nuovi. Rubate. È il mio consiglio più grande. Oltre alle ore di studio, e alle parole dei professori, c’è molto di più. Il teatro è un universo ricco di galassie. Ricco di opportunità e percorsi diversi. Imparate guardandolo. Imparate ascoltandolo. Imparate vivendolo. 

 

Foto in studio realizzata da federica capo con quattro ballerini in posa   Uno scatto di federica capo dove predomina il colore rosso: due ballerini si nascondono dietro a un velo di tulle cremisi

  • Segui Federica su Instagram
    @federicacapodancephotography

Potrebbe interessarti anche

header-wacker
13 Ottobre 2023 / Alumni Hall of Fame

Uno alla volta, per carità: Nicole Wacker

Soprano svizzero, allieva biennio canto

header-federica-lombardi|ph. Charl Marais
04 Aprile 2023 / Alumni Hall of Fame

Hall of Fame: il Premio Abbiati Federica Lombardi

lucia-mariotti|image0 (1)|image1
18 Aprile 2023 / Alumni Hall of Fame

Hall of Fame: fra trucchi e parrucche con Lucia Mariotti