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  • La scuola di ballo torna in scala!

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    • La scuola di ballo torna in scala!
    foto AndreaAngeli
    Cenerentola torna in scena … a lublino
    Foto Rudy Amisano Teatro alla Scala
    I giovani talenti dell’accademia, protagonisti di experience

    Domenica 5 giugno alle 14 e lunedì 13 giugno alle 20, gli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala tornano a danzare sul palcoscenico della Scala accompagnati dall’orchestra dell’Accademia, diretta da David Coleman.

    George Balanchine Tema e variazioni foto di Benedetta Folena

    Il programma, degno di una compagnia di professionisti, dopo la Présentation, affidata al Direttore della Scuola Frédéric Olivieri, sugli Etudes di Czerny, per illustrare i vari livelli degli allievi, propone pezzi di grandissimi maestri del ‘900 e di oggi: La luna di Maurice Béjart, Un ballo di Jiří Kylián, Tarantella e Tema e variazioni di George Balanchine. Un vero banco di prova per gli allievi, reduci chi dagli esami di fine corso chi dal diploma finale.

    Concesso per la prima volta nel 2015 alla Scuola di ballo scaligera, torna un pezzo di grande intensità interpretativa, La luna di Maurice Béjart, assolo del balletto Heliogabale costruito su misura per Luciana Savignano nel 1976 sull’Adagio dal Concerto per violino in mi maggiore di Johann Sebastian Bach, diventato nel tempo un titolo a sé grazie alla sua compiutezza compositiva.

    L’assolo è stato interpretato anche da Sylvie Guillem che con questo titolo, diciottenne, vinse l’International Ballet Competition di Varna.
    Sarà ancora Martina Dalla Mora, appena diplomata, ad interpretare sul palcoscenico della Scala questo mirabile pezzo, guidata come lo scorso anno da Piotr Nardelli, ballerino del Ballet du XX siecle di Béjart divenuto poi suo assistente, che nel 2013 aveva già seguito gli allievi nella ripresa di Gaîté Parisienne suite.

    Segue una novità per la Scuola scaligera, Un ballo di Jiří Kylián, fra i più poliedrici e fecondi coreografi contemporanei, anima del Nederlands Dans Theater dal 1975 al 1999 come direttore artistico e fino al 2009 come coreografo residente. Prima creazione del maestro praghese pensata esclusivamente per la NDT II, la compagnia di giovani da lui stesso fondata nel 1978 con l’obiettivo di formare nell’arco di due anni dei ballerini dotati di talento, fra i 16 e i 22 anni, per la compagnia “maggiore” NDT I, Un ballo andò in scena nel 1991 all’Aja nel Teatro progettato da Rem Koolhass, dove dal 1987 ha sede il Nederlands Dans Theater.
    Ideato sulle versioni orchestrali del Tombeau de Couperin e della Pavane pour une infante défunte di Maurice Ravel, Un ballo è, nelle parole di Kylián, “una danza creata per la musica e niente più. Una danza da leggere come un esercizio di musicalità e sensibilità fra partner maschili e femminili”. I danzatori si muovono in una scena vuota, illuminata da filari di candele disposte su binari metallici sospesi, in cui i costumi disegnati da Joke Visser, ghette grigie su pantaloni neri alla francese e gilè sciancrato per i ballerini e bustier su ampie gonne di raso total black per le ballerine, divengono parte integrante della coreografia. Nella prima parte, sul Minuetto dal Tombeau de Couperin, si succedono tre pas de deux, nella seconda sulla Pavane pour une infante défunte, pezzo amato dal cinema quanto da coreografi come Tudor, Balanchine e Wheeldon, vi è una scena d’insieme, con sette coppie.
    A curare la preparazione degli allievi sono stati chiamati due ex componenti della NDT II passati poi nella compagnia principale NDT I, protagonisti di una brillante carriera professionale, Shirley Esseboom e Yvan Dubreuil. Quest’ultimo era nel cast di Un ballo in occasione della première nel 1991.

    Chiudono lo spettacolo due titoli del maestro del neoclassicismo novecentesco George Balanchine, Tarantella e Tema e variazioni.
    Tarantella nasce nel 1964 per Patricia Mc Bride e Edward Villella su musiche di Louis Moreau Gottschalk, compositore di New Orleans, ispirate alle atmosfere partenopee più spensierate e allegre. Un pezzo dal ritmo molto veloce, di altissima difficoltà tecnica e grande virtuosismo, affidato a due allievi degli ultimi corsi.

    Infine, Tema e variazioni, ormai entrato a far parte a pieno titolo del repertorio della Scuola (gli allievi lo eseguirono per la prima volta nel 2011).
    Creato nel 1947 per il New York City Ballet, il balletto venne pensato dal celebre coreografo russo “per evocare quel grande periodo storico della danza classica in cui il balletto russo fioriva grazie alle musiche di Čajkovskij”. L’ultimo movimento della Suite n° 3 in sol maggiore accompagna 12 variazioni, che richiedono raffinate doti tecniche e artistiche: una coppia principale e dodici ballerine aprono il balletto in un crescendo coreografico tra fughe, adagi, pas de deux e grande polonaise finale.

    Per scaricare il comunicato stampa, clicca qui.

     

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