Il 20 luglio, presso l’Auditorium Enrico Caruso, l’Accademia Teatro alla Scala parteciperà alla 68^ edizione del Festival Puccini di Torre del Lago, il cui programma artistico è firmato per il terzo anno consecutivo da Giorgio Battistelli.
L’ensemble da camera “Giorgio Bernasconi” con solisti, coro e coro di voci bianche della scuola scaligera interpreteranno per l’occasione Jakob Lenz di Wolfgang Rihm, diretti da Marco Angius per la regia di Cesare Scarton.
La proposta artistica – per titolo e interpreti – risponde pienamente all’intento del pucciniano di celebrare, nell’estate 2022, l’anno della gioventù.
Non hanno più di trent’anni, infatti, i giovani interpreti dell’Accademia, selezionati ogni anno per perfezionarsi nel repertorio del teatro musicale. E aveva solamente venticinque anni il compositore tedesco, Composer in residence di Berlino, quando presentò la sua opera da camera in dodici quadri e un epilogo su libretto di Michael Fröhling, liberamente tratto da un racconto incompleto di Georg Büchner.
Tema dell’opera sono gli ultimi anni di vita di Jakob Lenz, autore della corrente dello Sturm und Drang, colpito da schizofrenia e morto completamente solo e in miseria dopo un vagabondare frenetico “con la follia sempre accucciata ai suoi piedi”. Un personaggio storico, alla luce dei suoi scritti e del suo vissuto, particolarmente adatto a rappresentare in scena drammi e miserie umani; come scrive Sergio Sablich, “l’opera vera e propria di Lenz sembra essere rappresentata dalla sua vita, quasi che il protagonista del suo dramma sia egli stesso e il suo progressivo ma ineluttabile fallimento”.
Nella trasposizione di Rihm, le allucinazioni di Lenz e l’incessante voce interiore – così come quella della natura, con la quale il protagonista dialoga – sono affidate al coro, cui si aggiungono due voci bianche. Caratterizzata da un timbro scuro, dato dall’organico di oboe, clarinetto, fagotto, tromba, trombone, percussioni, violoncelli e arpicordo, la scrittura musicale è estremamente varia per tessitura, intensità e sfumature vocali.
Per gli allievi dell’Accademia si tratta di un banco di prova particolarmente laborioso, che li impegna da giugno e che si aggiunge al numero di concerti e produzioni con cui hanno costantemente la fortuna di misurarsi. Fiore all’occhiello di tutti i corsi della scuola scaligera è infatti la possibilità di calcare importanti palcoscenici e confrontarsi con platee particolarmente fini e dalle grandi aspettative, come quella del Festival Pucciniano, ottima occasione di crescita personale e professionale.