Per la rubrica Hall Of Fame abbiamo incontrato Giulia Panaro, ventiquattrenne milanese, ex allieva del Corso per hair and make-up artist e oggi libera professionista.
Giulia, com’è iniziata la tua avventura nel mondo del make-up?
Dopo il liceo ho deciso di trasferirmi a Bologna per studiare al DAMS, ma durante il primo lockdown dovuto alla pandemia da covid-19 ho iniziato a dubitare che quella fosse la strada giusta per me. Fin da bambina mi è sempre piaciuto il mondo del make-up e della moda. Mi piaceva truccarmi e truccare le mie amiche, ma non avevo mai seguito un corso vero e proprio.
Navigando in internet mi sono imbattuta nell’Accademia Teatro alla Scala e ho scoperto i suoi corsi dedicati ai mestieri del teatro, tra i quali quello che poi ho scelto, che mirava a formare dei truccatori professionisti per il mondo dello spettacolo. Mi confrontai con la mia famiglia e grazie al loro supporto ho potuto concretizzare un sogno!
Quali sono state e sono oggi le tue fonti d’ispirazione nel settore del make-up?
Ho iniziato a truccarmi per gioco, quando frequentavo le scuole medie, sbirciando su youtube o sulle riviste di moda e usando i trucchi di mia mamma.
Oggi mi piace trovare la giusta ispirazione sia attraverso il web, sia osservando ciò che mi circonda. Le persone comuni che passeggiano per strada, infatti, sono la fonte più interessante per sviluppare nuovi progetti. Sui social seguo soprattutto @sam_makeup_art, per il suo stile futurista dai colori poco accessi e molto sfumati, @greta_ag e @dapperfish poiché ultimamente mi piace sperimentare nuove texture e tecniche.
Pensi che il Corso per hair and make-up artist ti abbia preparata adeguatamente ad affrontare il mondo del lavoro nel settore dello spettacolo?
Prima di frequentare questo corso ero semplicemente un’autodidatta, ora mi definisco un make-up artist alle prime armi.
Il corso ha un approccio soprattutto pratico e ti permette di acquisire e sperimentare tutte le tecniche e le conoscenze necessarie per poter lavorare in ogni ambito delle performing arts, dal teatro al cinema alla moda.
Questo programma mi ha permesso di comprendere al meglio come ci si approccia ad un nuovo progetto, ad un team di lavoro e ovviamente all’artista che si andrà a truccare.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che l’Accademia Teatro alla Scala offre la possibilità di collaborare con altri sui corsi, per esperienze multidisciplinari davvero arricchenti perché simulano la sinergia che si respira in campo professionale. Per esempio, con il Corso di foto, video e new media abbiamo realizzato diversi shooting fotografici e abbiamo avuto la possibilità di lavorare per la Scuola di Ballo, come truccatrici dei giovani ballerini in scena al Piccolo Teatro di Milano ne Lo schiaccianoci.
Hai sostenuto uno stage curricolare?
Sì, ho potuto collaborare al debutto di una giovanissima cantante, Bianca Ventura, che ho truccato in occasione del lancio del suo primo singolo e video promo su Spotify.
Tutt’oggi coopero ancora col suo team, per la creazione della sua immagine per il secondo singolo in uscita ad aprile.
Hai dunque pestato servizio sia in teatro sia su un set: quali differenze hai notato?
Il ritmo di lavoro è completamente diverso, in queste due realtà.
In teatro si corre sempre, ma il trucco teatrale è molto iconico. Sul set di un servizio moda, per esempio, la foto che si andrà a realizzare prevede degli scatti, spesso di primi piani, e quindi il trucco deve essere perfetto, molto preciso e ricco di dettagli. Inoltre, mentre il trucco teatrale è fortemente codificato, il trucco moda prevede uno studio preliminare specifico sulla base del singolo progetto che si andrà a realizzare ed ovviamente personalizzato sulla modella o sul modello del momento.
Come nasce un nuovo progetto di make-up?
Si parte da un’idea progettuale iniziale presentata dal make-up artist, dal fotografo o dallo stylist, che si concretizza poi in un moodboard che raccoglie tutte le ispirazioni di colore, di trucchi già realizzati o idee proposte dal team. Si valuta poi tutti insieme cosa realizzare. A volte il trucco perfetto arriva subito… altre volte, invece, bisogna provare e riprovare, finché l’intera squadra di lavoro non è soddisfatta.
Esiste una moda del trucco alla quale un professionista deve attenersi?
Il mondo del make-up è strettamente connesso al mondo della moda e come esso subisce diverse influenze che ne cambiano lo stile.
Per esempio, oggi si realizzano delle sopracciglia molto folte, poco precise, con i contorni poco definiti. Cinque anni fa era esattamente il contrario, si preferivano disegnate perfettamente e più sottili. Negli anni ’90 erano ancora diverse: sottili e fini con arcate minimal.
E come nella moda, spesso alcune tendenze ritornano: per esempio, sono tornati in voga i colori primari, rosso, blu, giallo e poi il verde, stesi attraverso pennellate di colore decise, a tutta palpebra e incorniciate solo dal mascara.
Oggi ti ritroviamo come make-up artist freelance. Come promuovi ogni giorno il tuo lavoro per ottenere nuovi contatti?
Nel mio settore i social media sono fondamentali! C’è moltissima concorrenza, quindi è importante farsi notare con qualcosa di unico e ben definito. Io amo molto lo stile futuristico, come quello evocato dai progetti di trucco che realizza Romero Jennings di MAC Cosmetics.
E poi, se lavori bene, nasce un passaparola che è sicuramente di grande aiuto. Devi far sì che il tuo nome rimanga impresso nella mente di ogni nuovo team con il quale inizi a collaborare.