“Fin da piccolo ho potuto sperimentare l’arte in tutte le sue forme: ho sempre disegnato tantissimo e suonato piano e violino. Crescendo, poi, è arrivato il “periodo rock” e sono passato dalla chitarra al basso. Ricordo che in casa mia lo stereo era sempre acceso. L’arte del teatro è entrata nella mia vita molto presto grazie ai miei genitori, che facevano parte di una compagnia amatoriale della città dove sono nato, Faenza, e spesso erano soliti portarmi con loro per le prove: lì osservavo tutto quello che accadeva nei retroscena.
E poi c’è l’arte della fotografia, che ho conosciuto grazie agli scatti di mio padre, fotografo professionista, e mio nonno, che era un semplice appassionato. Ma non capii subito che sarebbe stato anche il mio lavoro, un giorno, infatti alle superiori scelsi l’Istituto d’Arte di Forlì dove studiai pittura e arte orafa, diplomandomi nel 2009 con la qualifica di “maestro d’arte”.
Inizia così la chiacchierata con Francesco Bondi, ex allievo del Corso di fotografia e video di scena (a.f. 2016/17), a cui abbiamo chiesto di raccontarci cosa l’abbia portato in Accademia e cosa è accaduto una volta terminato il percorso di formazione scaligero.
“Uscito dall’Istituto d’Arte cercavo lavoro, ma soprattutto cercavo di capire cosa volessi fare nella vita e mio padre mi propose di entrare nel suo studio fotografico. Mi mise tra le mani la mia prima macchina fotografica analogica e iniziò a insegnarmi le basi del suo mestiere, senza farmi mai usare una macchina digitale per tre anni. Iniziai ad accompagnarlo per servizi di ogni genere: matrimoni, cerimonie, feste, eventi… Nel 2013 realizzammo un servizio fotografico per una scuola di danza e per qualche spettacolo teatrale nella mia città, e da lì la svolta: capii che era quello che volevo fare nella vita, mi sentii improvvisamente nel posto giusto al momento giusto, ma non ero ancora un vero professionista.
Avevo scoperto la fotografia di scena, ma ero inesperto e mi allenavo sempre di più per migliorare.
Nel 2016, tramite i social, sono venuto a conoscenza del Corso di fotografia e video di scena dell’Accademia Teatro alla Scala, ma inizialmente ero scettico e mi dicevo: «vieni da Faenza, una cittadina di provincia, chi vuoi che ti prenda?!».
Invece la storia ha raccontato un finale diverso: mi sono presentato alle selezioni, pieno di passione e voglia di imparare e sono riuscito a superarle…che emozione incredibile!”
“14 novembre 2016, una data che non dimenticherò mai: quel giorno, per la prima volta, misi piede nell’aula del corso e non potevo immaginare che sarebbe stato l’inizio di tutto. L’inizio di un nuovo modo di guardare e di fotografare. Ricordo ancora con grande emozione quando ci portarono a scattare al Teatro alla Scala per le prime esercitazioni pratiche. Nel 2017 ho avuto la possibilità, sempre tramite il corso, di immortalare col mio obiettivo la nuova produzione di Hänsel und Gretel, il capolavoro fiabesco di Engelbert Humperdinck tratto dalla classica fiaba dei fratelli Grimm. La produzione coinvolgeva anche altri allievi dell’Accademia, come i cantanti lirici, l’Orchestra e ragazzi dei corsi professionali come gli scenografi o noi fotografi.
L’Accademia è stata una scuola di vita: mi ha formato a livello sia professionale sia personale.
Concluso il corso ho avuto molte opportunità lavorative: nel 2018, poco dopo essere rientrato a Faenza, ho iniziato a collaborare con l’Accademia Perduta Romagna Teatri, e per questi scatti ho ricevuto due menzioni d’onore al Contest Internazionale di Fotografia Fiipa Awards 2018, organizzato dal FIOF Fondo internazionale per la Fotografia, partecipando nella categoria “Portrait”.
Nello stesso anno sono partito per New York per lavorare all’ Alvin Ailey Dance Theater in occasione della “Fini Dance”: un percorso di formazione intensivo per ballerini provenienti da tutto il mondo, che hanno la possibilità di studiare con insegnanti di fama mondiale. Qui ho conosciuto il coreografo Michael Mao, che mi ha ingaggiato per documentare un suo spettacolo per il Marymount Manhattan College. Successivamente sono partito per Tirana e poi per Sofia, sempre per la “Fini Dance” e con lo stesso Michael Mao.
Ricorderò per sempre il Capodanno 2019: mi trovavo al teatro “Mario Spina” di Castiglion Fiorentino, per fotografare Lo schiaccianoci coreografato e diretto da Gianni Santucci, e da lì è iniziato un anno ricco di opportunità e occasioni lavorative. Ho avuto modo di realizzare il trailer dello spettacolo A testa in giù di Gioele Dix, con Emilio Solfrizzi e Paola Minaccioni; sono stato chiamato da Giuseppe Albanese per la realizzazione fotografica del suo album Invitation to the dance, prodotto dalla Deutche Grammophon – Universal Music Italia. Ho lavorato per l’Emporio del Sale per Nalken-Line di Pina Baush con Julie Anne Stanzak, danzatrice del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch.
È stato anche l’anno in cui ho ottenuto un grande riconoscimento: ho ottenuto il riconoscimento “Certified by Leica” e questo mi ha permesso, tra le altre cose, di diventare docente.
Uno dei progetti che ho amato di più, sempre del 2019, si intitola Atlante. L’ho realizzato con l’artista circense Marco Cristoferi, in arte Kira, e gli scatti sono diventati oggetto di tre mostre grazie alla curatela di Michele Argnani e Daniela Basadelli Delegà, con la quale ho avuto modo di esporre anche in occasione del Photofestival 2020.
Il 2020 si è aperto col progetto fotografico Le figure del Palio, che racconta i personaggi del Palio del Niballo di Faenza, prendendo spunto da ritratti pittorici eseguiti tra Quattrocento e Cinquecento. Per questo lavoro ho ritrovato Greta Buratto, anche lei ex allieva dell’Accademia. I ritratti realizzati sono poi diventati oggetto di un’esposizione urbana, istallata lungo la via principale del centro storico di Faenza. Ho realizzato anche la copertina per MoralModa Magazine, Milano Issue n 33, insieme al fashion blogger Josip Grabovac.
Nonostante quello che sta accadendo a livello mondiale in questo anno, mi ritengo molto fortunato perché ho appena ricevuto la notizia di essere stato selezionato per l’inserimento nell’Atlante dell’Arte Contemporanea 2021, edito da DeAgostini, in qualità di “maestro”. Una soddisfazione immensa per me, che arriva in un momento in cui, a causa della pandemia da COVID-19, non mi è possibile svolgere a pieno la mia attività. “
Per conoscere meglio Francesco, visita il suo sito web: https://www.francescobondi.net/