Sono nata e cresciuta a Milano – racconta – Sono sempre stata una persona molto curiosa e appassionata. Mi sono laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano nel 2013 con una tesi di laurea interdisciplinare in filosofia del diritto e diritto penitenziario. Al termine degli studi sono andata un po’ in crisi poiché non avevo ben chiaro quale potesse essere il mio vero percorso professionale. Volontariamente non ho intrapreso la pratica di avvocatura. Feci uno stage presso una casa editrice milanese finito il quale sono partita alla volta di Cape Town in Sud Africa per seguire un progetto sui Diritti Umani e sono rimasta per tutta l’estate. Una volta rientrata in Italia, mi sono resa conto che avrei dovuto fare una scelta decisiva per il mio futuro: non sapevo se proseguire la scuola di specializzazione per intraprendere il percorso di magistratura o cercare di capire quali fossero davvero le mie passioni.
E che cosa ti ha dato la spinta?
Fin da bambina ho sempre amato la musica e la danza e ho frequentato corsi di musica e canto, così iniziai a cercare dei percorsi di formazione legati a questo ambito e trovai online il bando del Master in Performing Arts Management.
Mi presentai all’Open Day organizzato dall’Accademia e feci un primo colloquio con il coordinatore didattico. Fu un momento decisivo, mi liberai da un peso, finalmente capii che quella sarebbe stata la mia strada!
Quali stimoli, quali opportunità ti ha dato il Master?
Frequentare il Master mi ha permesso di vivere un’esperienza fondamentale per creare le basi del mio presente lavorativo. Lo ricordo come un percorso intenso e immersivo, i cui punti di forza sono stati sicuramente gli enti promotori nonché il carattere composito ed eterogeneo della programmazione, che prevedeva lezioni frontali, lavori di gruppo ed individuali, oltre alla frequentazione assidua del Teatro alla Scala. Ma credo che in assoluto siano state le testimonianze in aula dei professionisti delle istituzioni culturali e teatrali più autorevoli del mondo a costituire l’opportunità più interessante offerta dal Master. Io e i miei compagni abbiamo avuto l’occasione unica di entrare in contatto con enti ed istituzioni di tale livello che sicuramente non avremmo mai potuto avvicinare se non avessimo frequentato il corso.
Mi piace anche ricordare la fase di creazione del team project svolto presso il Piccolo Teatro di Milano che mi ha permesso di coltivare delle amicizie che permangono tuttora.
In concomitanza con la lezione tenuta da Andrea Rebaglio della Fondazione Cariplo, scopro che la stessa istituzione aveva appena aperto una posizione di stage per un nuovo progetto volto a sostenere le imprese culturali giovanili. Dopo aver superato con successo il colloquio di selezione, ho iniziato a frequentare lo stage che mi ha permesso di seguire il programma Funder35 che esiste tuttora.
Dopo lo stage che cosa è accaduto?
Concluso il periodo di tirocinio, sono stata inserita nell’organico della Fondazione ed oggi mi occupo in particolare della gestione di bandi e progetti filantropici legati alle attività culturali e spettacolo dal vivo, protagonismo e partecipazione culturale, innovazione culturale, promozione della lettura, imprese culturali e creative, teatro in carcere.
Sono veramente soddisfatta perché ho la fortuna di continuare a crescere, a livello professionale e personale.