Riccardo Nava ha 26 anni ed è originario di un paesino in provincia di Lecco. Laureato in Informatica Musicale, appassionato di musica rap, ha frequentato il Corso di tecnologia del suono nel 2021 e oggi lavora presso la Backstage srl.
Riccardo si è raccontato per la Hall of Fame della scuola scaligera. Scopriamo insieme la sua storia…
Ricordiamo che le iscrizioni al Corso di tecnologia del suono 2022-23 sono aperte fino al 20 settembre su iscrizioni.accademialascala.it!
Riccardo, come nasce la tua passione per la musica e in particolare per la musica rap?
Nasce grazie a mia madre, che mi ha abituato fin da piccolo ad ascoltare musica dal vivo portandomi a eventi live e concerti. Il rap, in particolare, è entrato nella mia vita con i Club Dogo, uno dei gruppi che hanno aperto la strada ad una nuova generazione di cantanti, i rapper. Ricordo che il loro fu proprio il primo disco che io abbia mai acquistato. Parlavano un linguaggio inusuale per me, a volte non capivo le parole e andavo a cercarle, ma mi ci ritrovavo molto. Questo genere di musica mi ha permesso di avvicinarmi ad altri ragazzi appassionati come me del genere, che abitavano nella mia zona, e con loro abbiamo iniziato a pensare di organizzare dei veri e propri raduni, eventi e festival dedicati al nostro genere preferito.
Da questi piccoli primi eventi “di periferia” è nato il Nameless Music Festival, che ad oggi conta più di 100.000 presenze ogni anno; insieme ai miei amici, io ne curo organizzazione e raccolta fondi.
Perché hai scelto di seguire il Corso di tecnologia del suono dell’Accademia?
Un amico, che frequentò il Corso anni fa, e un mio compagno universitario mi parlarono del percorso proposto dall’Accademia, che mi incuriosì moltissimo. L’Università non mi aveva dato, fino a quel momento, la preparazione tecnica che volevo. Grazie al corso, invece, ho acquisito un nuovo approccio al mondo della musica: ho scoperto come affrontare uno studio di registrazione o un evento di grande portata e, fondamentale, ho appreso in maniera approfondita l’utilizzo del mixer, dei microfoni, la tecnica di cablaggio e di saldatura e molto altro ancora. Il corso è estremamente pratico, cosa che ritengo fondamentale per un’adeguata preparazione al mondo del lavoro.
Qual è stata l’esperienza pratica per te più significativa?
Grazie allo stage curricolare, previsto dal programma didattico del Corso di tecnologia del suono, ho potuto collaborare con Maurizio Cattelan all’Hangar Bicocca di Milano, sotto la guida di Stefano Barzan, in occasione della mostra Breath Ghosts Blind. Erano state previste tre installazioni differenti e per ciascuna di esse era stata prevista un’esibizione musicale, scelta dall’artista e da Sky UK. Parliamo di più di 50 musicisti da gestire.
Non è stato molto semplice, ma alla fine abbiamo ricevuto i complimenti di tutti; lavorare con un professionista come Stefano Barzan è stato entusiasmate e stimolante sul piano formativo.
E dopo lo stage cos’è successo?
Per la collaborazione con l’evento di Maurizio Cattelan avevamo noleggiato un preamplificatore da un collega, che gestisce un’azienda che cura principalmente l’audio per la televisione – la Backstage Srl. Questi mi aveva pregato di restituirgli personalmente il preamplificatore e, il giorno in cui mi sono presentato per la restituzione, mi ha proposto una collaborazione…è andata proprio così! Ho iniziato con un periodo di prova di tre mesi e oggi sono assunto a tempo indeterminato.
Raccontaci le tue ultime esperienze lavorative:
Il nostro cliente principale è Mediaset e lavoriamo per quasi tutte le sue produzioni televisive. Recentemente sono stato nel backstage dell’ultimo programma di Michelle Hunziker e dell’isola dei Famosi. Ho seguito anche il maxi-concerto “LoveMI” in Piazza del Duomo, che ha visto esibirsi Fedez e J-ax fra gli altri.
Un’esperienza molto complicata, ma bellissima!
La difficoltà è dettata dall’esigenza di collaborazione fra tutti i professionisti e i macchinisti presenti: noi ci occupavamo del mix musicale per il televisivo, poi c’era il service per la diffusione in piazza e una regia mobile che mandava in onda tutto il parlato per la televisione. In quell’occasione abbiamo tentano qualcosa di nuovo: rimandare i suoni ambientali.
Oggi a cosa stai lavorando?
In questi giorni sono al Piccolo Teatro di Milano per uno spettacolo teatrale, ad agosto mi prendo una piccola pausa e poi via, si riparte con la nuova stagione televisiva.
Ti senti di consigliare ad altri il Corso di tecnologia del suono? Perché?
Consiglierei questo corso a tutti coloro che vogliono lavorare con la musica e diventare dei veri professionisti, dei tecnici qualificati e non superficiali e approssimativi. Grazie a questo percorso didattico si ha infatti la possibilità di incontrare i più grandi professionisti del settore e mettere subito in pratica la teoria.