Mario Wurzburger è un fotografo ventiseienne napoletano che oggi vive a Barcellona. Lo incontriamo come ex allievo del Corso di foto, video e new media.
Scopriamo la sua storia insieme.
Mario, come ti sei avvicinato a questa professione?
Sono nato e cresciuto a Napoli con una grande passione per la fotografia. Non avendo mai studiato nel campo, una volta preso il diploma di liceo scientifico ho deciso di iniziar subito a fare pratica, collaborando con uno studio fotografico della mia città specializzato in matrimoni.
Inizialmente non potevo nemmeno toccarla, la macchina fotografica; accompagnavo semplicemente la troupe agli eventi, portando l’attrezzatura necessaria, ma non mi dispiaceva perché avevo comunque la possibilità di osservare e quindi d’imparare.
Col passare del tempo il titolare mi diede la possibilità di iniziare a realizzare qualche scatto e qualche ripresa grazie alle quali, pian piano, acquisivo maggior sicurezza. Provai a iscrivermi anche all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, ma dopo un anno abbandonai…cercavo un’esperienza formativa che mi desse sia nozioni teoriche sia la possibilità di provare sul campo e purtroppo questo allora venne a mancare.
La tua esperienza in Accademia
L’Accademia mia ha cambiato totalmente. È arrivata nella mia vita nel 2018 grazie al consiglio di un amico ed è stato per me un anno intenso e pieno di belle opportunità. Sono entrato come appassionato di fotografia e penso di poter dire che sono uscito come un aspirante professionista.
Un corso che mi ha permesso di lavorare tantissimo sul campo e di apprendere i segreti del mestiere di grandi professionisti.
Ricordo ancor oggi la prima volta che entrai in teatro, alla Scala: realizzammo un reportage foto e video in collaborazione con Giovanni Hänninen, fotografo di scena della Filarmonica della Scala e docente dell’Accademia. Da quel giorno capii che avevo fatto la scelta giusta. L’energia di quel luogo, la bellezza che mi circondava e il piacere di poter immortalare in uno scatto tutto questo mi entusiasmò. Ha pesato molto anche la presenza di Laura Ferrari, che mi ha insegnato tantissimo con grande professionalità e disponibilità. Le devo molto.
La prima opportunità lavorativa
Concluso il percorso accedemico, Luciano Romano mi chiese di seguirlo al Teatro di San Carlo dove lui lavorava come responsabile della fotografia di scena. Inizialmente mi venne affidato il compito di creare contenuti per i canali social del teatro, ma iniziai anche a seguire Luciano in tutti i suoi appuntamenti, realizzando anche dei miei scatti che spesso lui gentilmente sceglieva.
Quando lavoro cerco di essere il più tecnico possibile: se sono ad una conferenza stampa cerco prima di realizzare gli scatti che so serviranno all’ufficio stampa, successivamente provo a proporre qualche scatto personale…e a volte è proprio questo ad essere scelto.
Barcellona, una scelta d’amore
Quando è scoppiata la pandemia, che ha portato alla chiusura di tutti i teatri, sono rimasto senza lavoro. Nel frattempo, la mia fidanzata si era trasferita a Barcellona e così ho deciso di trasferirmi per starle vicino, ma anche per cercare nuove opportunità.
Ho ripreso a studiare e mi sono laureato presso IEFC (Photographic Studies Institute of Catalonia). Attualmente collaboro con alcune realtà locali e sto realizzando un mio progetto personale dedicato agli artigiani del mio quartiere, un’idea che è nata per caso un giorno che passeggiavo per esplorare un po’ la zona. Realizzo dei ritratti di tutti gli artigiani che la animano e del loro micromondo e cerco di far percepire il valore di quel che fanno.
Un’esperienza particolare, una diretta che ti ha spiazzato…
A ottobre ho avuto la possibilità di collaborare con l’Associazione Ibercamera come fotografo di scena per il concerto di Maurizio Pollini presso il Palau de la Musica Catalana, ma l’esperienza non è stata molto semplice: una volta posizionato nella zona che ritenevo più funzionale a realizzare dei ritratti, si spensero ovviamente tutte le luci in sala per dar inizio al concerto. Però, una volta entrato in scena Pollini, si accesero dodici riflettori alle sue spalle…facendolo sparire nel nero più assoluto!
Pensai che non ci fosse alcuna possibilità di concludere qualcosa di buono, invece alla fine riuscii a cogliere l’unico istante buono e lo scatto piacque.
Un progetto nel cassetto
È da un po’ di tempo che mi piacerebbe realizzare un reportage della Settimana Santa a Granada: mi sto informando per poter concretizzare questa idea l’anno prossimo!
Seguite Mario su www.mariowurzburger.com