“Mi chiamo Oscar e sono un lighting designer. Fin da bambino sono appassionato di tecnologia e musica: questi interessi mi hanno portato a studiare pianoforte per dieci anni e a iscrivermi al Liceo Musicale di Cremona. In quel periodo scoprii un terzo mondo, per me ancora sconosciuto: il teatro e la magia delle sue luci. Avevo trovato ciò che mi appassionava davvero e che mi permetteva di unire tutte le mie capacità. Scoprii così il mestiere del lighting designer e programmatore di luci, il più bello del mondo perché ti permette di trasformare la luce in un progetto artistico”.
La passione di Oscar Frosio, ex allievo del Corso di tecnologia del suono e del Corso per lighting designer dell’Accademia, è palpabile. Oscar ci ha messo davvero poco a capire quale professione fosse più adatta a lui:
“Volevo frequentare il programma per lighting designer dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano, ma nel 2016 – anno in cui ho terminato il liceo – non si tenevano selezioni, poiché il corso viene proposto ad anni alterni. Così mi iscrissi al Corso di tecnologia del suono, sempre dell’Accademia, e l’anno successivo a quello per lighting designer. Col senno di poi rifarei lo stesso percorso, anche se certamente è costato tempo e denaro, perché molte nozioni apprese nel primo sono tornate utili per il secondo. Una su tutte? Ho imparato subito come ci si relaziona e ci si comporta all’interno di un teatro”.
La fama dell’Accademia, inizialmente, mi preoccupava tantissimo: c’è un esame d’ammissione da superare e non sapevo se sarei stato in grado di affrontarlo. Andò invece bene, penso che vollero premiare la mia forte passione e l’incrollabile motivazione. Ero l’allievo più giovane!
I momenti più belli offerti dal percorso in Accademia sono stati, in assoluto, prove luci che facevamo alla sera in Teatro, solitamente fino alle dieci e mezza. Era il momento in cui mi potevo godere a pieno la bellezza di quello spazio, seduto in una platea muta, in compagnia dei miei colleghi di corso e circondati dal silenzio. Un’atmosfera quasi surreale. Mi faceva desiderare di potervi tornare presto.
Prima dell’esame finale, il Corso per lighting designer prevede uno stage formativo: io ho avuto la fortuna di affiancare Valerio Tiberi, all’epoca light designer del Teatro alla Scala. Con lui ho seguito in particolare lo spettacolo “OnDance – la festa della danza” di Roberto Bolle. Un altro momento di questo periodo, che ricordo con particolare piacere, è il “Gala des Étoiles” al quale partecipava anche il Teatro Bolshoi e molte stelle della danza, tra cui ovviamente Bolle”.
“Una volta terminato il corso, sono stato chiamato dalla Scala per qualche mese, come programmatore luci: il Teatro, infatti, affrontava in quel periodo un’impegnativa tournée in Cina e serviva del personale sostitutivo in cabina luci.
Oggi, visto il periodo infausto che sta vivendo il mondo dello spettacolo, ho iniziato a lavorare online con un’azienda americana, la ETC, che produce Eos v3.0, un software che integra una potente programmazione tridimensionale e il controllo della realtà aumentata nella piattaforma Eos. In sostanza, permette di visualizzare il teatro in 3D e di iniziare a programmare le luci direttamente dalla consolle, così si abbattono notevolmente i tempi di allestimento. Sono anche tornato in Accademia, come docente del Corso per lighting designer: mettersi dall’altra parte della cattedra vuol dire per me cercare di capire chi hai di fronte e quali sono le sue esigenze e capacità di apprendimento, per portarlo a un livello più alto di preparazione.
Insegnare mi piace moltissimo, ma naturalmente non vedo l’ora di poter lavorare nuovamente per un grande spettacolo al Teatro alla Scala!”