Venerdì 11 novembre 2016 la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala apre la stagione 2016/17 del Teatro Carlo Felice di Genova con Cenerentola, balletto su musiche di Sergej Prokof’ev realizzato su commissione della Fondazione Bracco.
Il celebre titolo, che fra il 2015 e il 2016 ha ottenuto un grandissimo successo in Italia e all’estero e che sarà replicato nel Capoluogo ligure anche sabato 12 e domenica 13 novembre, è affidato alla coreografia del Direttore della Scuola, Frédéric Olivieri. Dirige l’Orchestra del Teatro Carlo Felice il maestro Pietro Mianiti.
Sono diverse le partiture musicali su cui sono state create – sin dall’Ottocento – innumerevoli letture coreografiche di questo titolo, ispirato alla fiaba di Perrault del 1697. Frédéric Olivieri ha scelto la partitura di Prokof’ev e il libretto di Nicolai Volkov, datati 1941-’44, mantenendo uno stile fiabesco e romantico, che ben si addice alla giovane età degli interpreti.
Nel Novecento, sono stati molti gli allestimenti andati in scena sulla partitura di Prokof’ev: basti citare la storica versione del 1948 en travesti di Frederick Ashton per il Sadlers Wells Ballet; quella di Alfred Rodrigues del 1955, in cui Violette Verdy nel ruolo di Cenerentola venne sostituita in diverse recite da una giovanissima Carla Fracci appena diplomata; quella di Paolo Bortoluzzi del 1977, in cui i personaggi uscivano da un gigantesco libro di fiabe, con Luciana Savignano nel ruolo di Cenerentola e lo stesso Bortoluzzi in quello del Principe. O ancora, quella di Maguy Marin per l’Opera di Lyon in cui i personaggi, indossando costumi in gommapiuma e maschere di plastica, si muovevano come bambole, o quella di Nureyev del 1986 ambientata nella Hollywood degli anni ’30, con Sylvie Guillem e Charles Jude, fino a quella di John Neumeier del 1992 con il titolo Cinderella Story per l’Hamburg Ballet, arricchita da altre musiche di Prokof’ev, e quella di Matthew Bourne del 1997 per Adventures in Motion Pictures. Fra le più recenti, si ricordano l’avveniristica versione di Yuri Possokhov, in scena con Svetlana Zakharova al Teatro Marinsky di San Pietroburgo nel 2006, con il libretto raccontato da un cantastorie fra galassie, arance drogate e magici poteri e, in apertura della stagione di balletto 2015/16 del Teatro alla Scala, la Cinderella firmata da Mauro Bigonzetti, con Roberto Bolle e Polina Semionova.
Il soggetto ispirò molti altri coreografi su partiture di diversi compositori: sulle musiche di Mozart, Filippo Bertini coreografò il balletto per il Teatro alla Scala nel 1818 e, su quelle del barone Fitinhof-Schell, Lev Ivanov, Enrico Cecchetti e Marius Petipa crearono la versione più nota dell’Ottocento (1893) per il Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, con Pierina Legnani nei panni di Cenerentola (fu in questo balletto che la Legnani eseguì, per la prima volta, 32 fouettés en tournant consecutivi). Emil Graeb firma la coreografia di Aschenbrödel su musiche di Johann Strauss figlio (ultimate e orchestrate da Josef Bayer) per la Berlin Staatsoper nel 1901, ambientando il soggetto nel grande magazzino “Le Quattro Stagioni” con protagonista una lavorante, Greta.
La Cenerentola proposta dalla Scuola di Ballo è in due atti, ove spiccano diversi momenti: nel primo, la danza delle fate delle quattro stagioni chiamate dalla Fata Madrina per trasformare il sogno di Cenerentola in realtà e condurla al ballo e, nel secondo atto, il ballo a corte, la danza delle tre arance – dono del Principe che le sorellastre si contendono -, le danze spagnola e araba, le variazioni e i passi a due di Cenerentola e del Principe.
Alla messa in scena sono chiamati molti allievi ed ex allievi dell’Accademia, dai sarti agli scenografi, dai parruccai ai truccatori e parrucchieri, ai fotografi.
Le scene sono firmate da Angelo Sala, i costumi degli interpreti principali sono stati disegnati da Chiara Donato. Le sculture sono state realizzate da Fausta Cerizza, ex allieva del Corso scenografi. I costumi sono realizzati ed elaborati da allievi ed ex allievi del Corso per sarti dello spettacolo, nonché dalla Sartoria Brancato.
Sul palcoscenico oltre 100 allievi della Scuola. Lo spettacolo si avvale anche di un contributo della Fondazione Cariplo (#SostieneCariplo).
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